A pi greco mezzi

In materia di tutela del diritto d’autore in questi primi giorni del 2010 assistiamo ad alcuni segnali a dir poco preoccupanti. Purtroppo gli italiani sono abituati alle brutte notizie. Si impreca e le si registra in un qualche anfratto della mente sperando che qualcuno abbia la forza di combattere l’ennesima battaglia.
Il nuovo decreto firmato dal ministro per il beni culturali (Decreto Bondi) inasprisce il prelievo per compensare i mancati guadagni causati dalla pirateria, estendendo a tutte le unità di memorizzazione la tassa.
In soldoni significa che l’equo compenso per una confezione di 20 cdr ammonta a 5,87 €, per una chiavetta usb da 4 GB a 0,36, per un hard disk da 1 TB a 10 Euro, per un iPod da 160 GB a 16,10 Euro, per un telefonino multimediale 0,90 Euro, ecc. (notizia presa da qui, troverete una tabella con diversi equi compensi).

A metà gennaio la SIAE in un comunicato prende posizione sul decreto giustificando i balzelli. Una frase su tutte: “il compenso per copia privata non è una tassa. E’ invece, un compenso che va a soggetti privati, destinato a risarcire, sia pure in maniera parziale, i creatori delle opere dell’ingegno e gli altri aventi diritto dal danno provocato loro dal mancato acquisto dei supporti originali contenenti brani musicali, film, opere delle arti visive, ecc.”
Pressoché immediata la replica dell’associazione dei consumatori Altroconsumo,che rileva che l’estensione dell’equo comenso “a tutti i dispositivi elettronici dotati di memoria lo ha reso ancora più iniquo (specie dove il diritto alla copia sia già previsto e remunerato da licenze) e poco trasparente: la stessa redistribuzione delle somme provenienti dall’equo compenso, infatti, avviene sulla base di meccanismi poco accessibili e buona parte del denaro viene assorbito dai costi strutturali e amministrativi della stessa Siae.”

Il 9 febbraio Altroconsumo pubblica sul proprio sito un comunicato stampa in cui – tra le altre cose denuncia: “Con il decreto Bondi sull’equo compenso è stato esteso il prelievo da parte della SIAE di una quota di prezzo destinato a remunerare gli autori per la copia privata (prima previsto solo su CD, DVD vergini e masterizzatori) a tutti i dispositivi dotati di memoria, come telefoni cellulari, decoder, console di videogiochi. Secondo Altroconsumo si tratta di una tassa iniqua, in concreto aiuti di Stato alla SIAE e all’industria dell’audiovisivo, con abuso di posizione dominante. E un’interferenza illegittima con il funzionamento del mercato interno UE.” Si tratta di un estratto di un ricorso all’Unione Europea per il decreto sopra citato.

Che la situazione stia precipitando, lo si apprende dal blog dell’avvocato Guido Scorza, GBLOG (lo definirei un osservatorio delle furbate pubbliche in materia di diritto d’autore) che in un post al fulmicotone si scaglia contro otto sigle di enti beneficiari del decreto Bondi (AIDAC, ANEM, FEM, GCI , L’ASSOCIAZIONE, MAP, SNAC, UNEMIA), autrici di un comunicato stampa – a detta di Scorza – pubblicate sul sito della SIAE (non ne ho trovato traccia) che si scagliano – pur senza citarla – contro Altroconsumo. Ebbene Scorza risponde punto su punto al tentativo di legittimazione di una tassa iniqua, l’ammontare delle cui entrate non andrà agli autori, quanto ai beneficiari di uno degli ultimi monopoli rimasti in Italia. Scorza riprende grossomodo le posizioni di altroconsumo, cambia il tono.

Il decreto ed il dibattito che ne consegue ruota tutto intorno alla definizione di copia privata. Qualche anno fa intervistai a riguardo Sergio Messina, musicista ed opinionista, considerato uno dei padri del movimento no-copyright in Italia, con cui ho chiacchierato di copia personale privata, di reti P2P e di SIAE. Insomma, vi consiglio un po’ di fondamentali. Questa la mia intervista telefonica (realizzata in diretta telefonica per Radio Tandem) a Messina.

Da non dimenticare in questo contesto il convegno su copyright e copyleft organizzato dalla Ripartizione Cultura italiana (per cui lavoro) nel 2005, con interventi di Sergio Messina e Marco Marandola, allora considerato uno dei massimi esperti in materia di diritto d’autore in Italia, prematuramente scomparso pochi mesi dopo, da ascoltare assolutamente (clicca qui)!

C’è chi cerca…

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Sergio Messina (foto di Animo Zegels)

Chi segue questo sito sa che spesso e volentieri do voce a Sergio Messina, noto musicista e produttore musicale (aka Radiogladio, clicca qui per accedere al suo sito. Una fonte inesauribile di risorse!!!), nonché opinionista con rubriche fisse su Rolling Stone (Alt Sex), Rumore (Avvisi di chiamata) e InSound (Inloop).
Sergio Messina partecipò tra le altre cose, nel maggio del 2005, ad una conferenza a Bolzano dal titolo Copyright, copyleft e creative commons, organizzato dall’ufficio audiovisivi della ripartizione cultura italiana (dove lavoro). Con lui, tra gli altri: Marco Marandola (†), avvocato, ai tempi uno dei massimi esponenti in proprietà intellettuale e gestione dei diritti. Una versione editata della conferenza è ancora online sul podcast Alto Adige Cultura.
Fu quella conferenza ad indurmi a creare questo blog ed il podcast e di dedicarli, tra le altre cose, alla materia della proprietà intellettuale.
Ma torniamo a Sergio Messina: un mese fa, sfogliando l’ultimo numero di Insound, mi affascinò il suo editoriale sullo stato della ricerca musicale , anche elettronica. Una materia che da sempre mi affascina. Una analisi breve ma convincente, da pochi giorni online sul suo sito (clicca qui per leggere l’articolo) che termina così:
Insomma: c’è chi cerca per l’amore di cercare e quando trova poi cerca altro. C’è chi lo fa per progredire, e trova soluzioni tecniche e nuovi suonio anche a beneficio di tutti noi. Infine ci sono quelli che lo fanno perché fa figo, perché non ci sono regole e quindi vale tutto. Per questi ultimi avrei perfino una soluzione: lavori forzati per nulla sperimentali, tipo spaccare le pietre o scrivere minuetti in do maggiore.
Ecco, di Sergio mi piacciono i modi schietti. A questo riguardo vi consiglio l’ascolto dell’intervista che mi rilasciò qualche anno fa rispondendo a delle possibili FAQ sul diritto d’autore applicato al consumatore finale. Si tratta, a distanza di anni, del file più ascoltato/scaricato da questo sito. Vi auguro buona lettura e buon ascolto