
Ci sono storie che ti restano addosso, anche se non hai vissuto quell’epoca. Una di queste, per me, è quella dei tram di Bolzano. Ne ho sempre sentito parlare come di un retroscena dimenticato, ma a metà aprile ho finalmente avuto l’occasione di scriverne, e oggi l’articolo esce su Qui Bolzano.
È un viaggio nel tempo, tra i primi del ’900, quando la città stava crescendo e cercava di darsi un’identità moderna, mitteleuropea, al passo con Vienna, Monaco, Zurigo. Il tram — e con lui funivie e cremagliere — era molto più che un mezzo di trasporto: era un segno di ambizione urbana. Una promessa di connessione e di progresso.
Per raccontare questa pagina poco nota, ho incontrato Georg Tengler, studioso e autore di un volume sulle tranvie cittadine. Con lui abbiamo ricostruito l’origine della rete elettrica, il contesto urbanistico, i tracciati che toccavano piazza Walther, Gries, Laives e anche la zona della “Vurza” tra Pineta di Laives e San Giacomo. Ci sono aneddoti che valgono da soli il prezzo della lettura: per esempio, il fatto che uno dei due tracciati venne dirottato appositamente per attraversare il centro e valorizzare la città.
Avrei voluto scrivere di più — aggiungere fotografie d’epoca, mappe, dettagli sparsi rimasti in superficie come cicatrici urbane — ma ho cercato comunque di far emergere l’essenziale, nonostante i limiti di spazio del formato.
Il risultato è un articolo a cui tengo molto, e che spero possa risvegliare curiosità, ricordi o anche solo domande su come ci muovevamo — e su cosa abbiamo perso — nel passaggio dalla città di ieri a quella di oggi.
Lo trovate online da oggi, qui:
Le tranvie di Bolzano: una storia da riscoprire (link)
e trovate anche l’audio della mia intervista a Georg Tengler
Buona lettura (e buon ascolto)