Wikipedia – ho deciso di dare il mio (seppur piccolo) contributo

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Questo blog tace da diverso tempo. Avevo in cantiere una recensione del concerto dei Sense of Akasha al Pippo Stage di Bolzano, ma alla fine non se ne è fatto nulla. Avrei anche voluto approfondire la materia della tutela dei diritti d’autore in Italia, le novità legislative, gli atteggiamenti di alcuni autorevoli blogger in riferimento ai DRM inseriti nei file scaricati a pagamento. Il discorso sarebbe lungo e chissà che non vi dedichi uno dei prossimi post.
Oggi, alla mia ennesima ricerca su wikipedia, mi sono accorto dell’appello personale del suo fondatore Jimmy Wales (clicca sull’immagine per accedervi). Per me Wikipedia non è una enciclopedia online affidabile. Ma è comunque il sito su cui vado a cercare la prima informazione di una qualsiasi mia ricerca. e non da ieri. Quindi mi sono sentito di dare un piccolo supporto ad un servizio che preferisco sapere esistere.

Paypal e Mastercard contro Wikileaks

Qui la guerra informatica si fa senza quartiere. Già Paypal ha tra le commissioni più alte (non ci credete? provate a fare una donazione a Wikipedia e scoprirete che donando 1 €, al sito arrivano 62 centesimi -preso da qui), ma ora il sistema di pagamento online più pratico ed efficiente del web dichiara guerra a Wikileaks, il sito del giornalista australiano Julian Assange con il chiaro intento di limitare il più possibile le fonti di reddito del sito, reo della diffusione di materiale top secret che ha messo a dir poco in imbarazzo le diplomazie di mezzo mondo, accentuando il rischio di destabilizzazione.

Comunque la si pensi su Wikileaks, ritengo che la questione meriti un approfondimento. C’é chi, tra gli internauti, ha già chiuso il suo account paypal in segno di protesta. Eticamente la protesta non fa una grinza. Da considerare…

Aggiornamento del 21/12/2010. Intanto c’è chi si ingegna. Uno sviluppatore russo ha creato una app per iPhone ed iPad in grado di ricevere info da Wikileaks. L’app costava 1,99 $, di cui 1 andava direttamente al sito di Assange. Andava, in quanto la Apple ha bloccato l’applicazione e tace. La notizia è stata presa da SZ.