Sono già passati dieci anni…

Dieci anni fa moriva Enzo Baldoni. Ogni volta che apprendo dell’uccisione di qualche ostaggio, penso a Baldoni e alle molte altri morti anonime. Fa piacere sapere che il suo blog (bloghdad ) che tanto ho seguito nel lontano 2004 sia ancora online…
Non aggiungo altro. Rimando tuttavia al post di Pino Scaccia – forse tra gli ultimi ad averlo incontrato prima della sua scomparsa – su bloghdad. Lì troverete tutti i link al lavoro di Enzo. (c’è pure il pdf in download)

blogsfera

Oggi, portare avanti un blog è una cosa fin troppo normale. Anzi, potrebbe anche essere passata di moda, considerato il grande successo dei social media – facebook in testa. Oramai questo blog va avanti – seppur con impulsi alterni – da cinque anni. La frequenza di pubblicazione non è delle più alte, eppure ogni mese qualcosa riesco a pubblicare.
Sono giorni che mi ripropongo di parlare dei blog che seguo in questo periodo. Poi alla fine non ne parlo. Il motivo? ho deciso che questo blog debba essere un blog specialistico, e ritengo importante rimanere almeno vicino agli argomenti della vigilia: cultura, diritto d’autore nel web, software libero…La motivazione (forte!) per uscire, me la dà Repubblica online: “Una lapide a forma di balena – l’ultimo saluto ad Enzo Baldoni”. Già il titolo in linea con forse il primo blog che ho seguito con entusiasmo. Purtroppo lo avevo scoperto nei giorni del rapimento di Enzo, ma avevo ripercorso all’indietro il blog in un attimo. Se non lo avete ancora letto, vi consiglio di partire dal primo post di zonker. Sono vicino ai suoi famigliari.
Bloghdad è stato il primo blog che ho amato, quello che mi ha fatto capire la natura dei blog, e che in un certo senso mi ha dato una prima intuizuione. Con Bloghdad ho conosciuto Splinder, da lì WP e gli altri. Dopo qualche tentativo di blog free, mi sono deciso a crearne uno nel mio dominio.

Restiamo in tema di blog da seguire: da qualche settimana, grazie ad una segnalazione di Repubblica, è quello di Vespanda, un diario di viaggio di un pazzo (in senso positivo) in viaggio per il continente americano con la sua vespa. Il tutto con spirito di avventura genuino, ma non privo di rischi, anzi! D’altro canto, ed i commenti postati lo dimostrano, siamo in molti che vorremmo aver avuto il suo coraggio. Il blog purtroppo non genera feed, ma è bellissimo! avvincente! Forza Ilario!!!