Cippy App to Win – vincere, ma a dispetto di cosa?

Oggi, 25 ottobre 2012, scatta il Cippy Day. Da agosto le fermate degli autobus dell’Alto Adige sono piene di poster pubblicitari che annunciano il lancio di Cippy, una nuova app dell’agenzia pubblicitaria First Avenue. Una campagna promozionale massiccia culminata ieri con un evento promozionale a cui sono stati invitati 200  possibili moltiplicatori del prodotto Cippy: agenzie di comunicazione e di marketing, ma anche potenziali clienti . Il tutto presso il TIS, il centro deputato ad accogliere le realtà più innovative presenti sul territorio della provincia di Bolzano.
Cippy è pensato per essere un prodotto innovativo, la porta verso il mondo mobile online che consente ai consumatori in pochi secondi di accedere direttamente alle informazioni relativi a numerosi prodotti (frase presa liberamente dalla cartella di presentazione). Si tratta di una app che attinge ad alcune funzionalità della raltà aumentata applicata alla comunicazione OOH (out-of-home).

Cippy App to Win, scaricabile da ieri dagli app store di Apple e da Google Play, vuole conquistare il mercato altoatesino. Forte dell’esclusiva per la pubblicità presso tutte le pensiline degli autobus della provincia di Bolzano, l’agenzia First Avenue ha saputo creare una forte attesa per Cippy, non ultimo grazie all’uccellino accattivante scelto per la comunicazione…
Michael Hölzl, AD di First Avenue si dice sicuro del  successo che Cippy avrà tra gli utenti finali, i quali saranno fidelizzati grazie ad un concorso a premi. A giudicare dalle prime reazioni tra i feedback di google play e sul profilo facebook di Cippy, l’app sarà un successo. Se professionalmente sono interessato alla evoluzione di questa app, devo dire che sono sconcertato come utilizzatore delle modalità adottate per entrare in possesso dei dati personali degli utenti. Sono dell’idea che chiunque utilizzi uno smartphone come terminale per la gestione sincronizzata di diverse applicazioni, si sia messo il cuore in pace riguardo alla possibilità di vedere tracciati diversi propri dati personali. Ma Cippy va oltre: per poter partecipare alle estrazioni dei premi, gli utenti si devono registrare fornendo diversi dati personali come indirizzo e-mail, interessi, sesso, indirizzo di residenza, data di nascita. Il tutto senza un accenno immediato sull’informativa sul trattamento dei dati personali, sulle sue finalità, le modalità, ecc. ; insomma, là dove tutti pubblicano un link che rimanda ad una informativa, First Avenue si limita ad indicare la seguente nota: Il regolamento del concorso è visionabile presso la sede di First Avenue Srl (segue l’indirizzo postale). Alla faccia della trasparenza. La ritengo una misura insufficiente, un ostacolo che rischioa di scoraggiare più di un utente ad entrare in contatto con il mondo di Cippy.

Anche questa è innovazione, altroché…

Tutti dissero, non può funzionare, poi venne uno che non lo sapeva e l’ha fatto.

E’ passato febbraio senza che io abbia scritto un – dico un – post su questo blog. Temo che sia una delle poche volte in cui ho bucato un mese. Eppure cose da scrivere ce ne sono a iosa. Una su tutte: il primo marzo sarebbero duvute entrare in vigore le nuove e semplificate regole sulla privacy di google. Meno male che l’UE ha chiesto uno slittamento del termine per vederci più chiaro…

Oggi mi soffermerò su di un fenomeno web nato a Bolzano qualche settimana fa, quasi per gioco. Si tratta di un gruppo di scambio, nato su facebook:Chi non ha delle cose che non usa in soffitta o in cantina? (…) In questo gruppo i soldi sono assolutamente vietati. Sono benvenuti i regali e i baratti. Sicuramente anche Voi avete qualcosa che non usate o cercate qualcosa ed in cambio siete disposti a dare qualcosa d’altro o magari, perchè no, Vi offrite a fare una torta o avete della marmellata o del miele fatto in casa che volete dare in scambio.”
Una idea semplice, ogni utente crea un documento di quel che cerca e di quel che darebbe in cambio: il tutto molto locale, nel senso che il fattore vicinanza degli iscritti è fondamentale. Pensate che in poche settimane il gruppo ha superato quota 700 membri totalizzando già qualcosa come 100 scambi.

La cosa sorprendente è data dal fatto che in facebook le pagine personali e le pagine fan stanno prendendo il sopravvento sulle pagine dei gruppi. Molti gruppi sono chiusi (o almeno poco aperti); ma qui il fenomeno è opposto ed in continua crescita, tanto che le persone che lo hanno attivato, hanno già registrato il dominio letschange.eu e stanno lavorando ad un portale dello scambio.

Personalmente sono entrato presto nell’ottica del gruppo (e con me centiania di altri conterranei), concludendo già numerosi scambi (in questi tempi di crisi, non poco) e lo ritengo una delle più elettrizzanti novità di questo 2012. Finora sono sempre stato dell’idea che innovazione dovesse per forza avere a che fare con tecnologia. Qui la tecnologia c’è, ma la vera innovazione è la scoperta del proverbiale uovo di Colombo.

I Sense of Akasha tornano finalmente con un nuovo album

Dopo il successo di Make me Real, avevo indirettamente apprezzato i Sense of Akasha in occasione della mostra interregionale Labirinto::Libertà al forte di Fortezza nel 2009, quando prestarono la loro musica all’installazione Ariadne’s asteroid centrifuge di Julia Bornefeld (questo il video).

Ora i Sense of Akasha tornano a far parlare di sè con Splendid Isolation, il nuovo album che verrà presentato al forte di Fortezza il 10 settembre prossimo, durante lo svolgimento della mostra Figur/a, in cui sono esposte anche opere della Bornefeld (coincidenza?). Il lavoro si ispira da un lato a Gustav Mahler che con l’espressione “Splendid Isolation”era solito descrivere il suo modo di vivere in perfetta solitudine, dall’altro ha un legame forte con il forte abbandonato di Fortezza, un luogo costruito per una guerra che non è mai arrivata – un tema scelto per il forte già in occasione della biennale di arte contemporanea Manifesta7 (2008).
Ecco, il concerto del 10 settembre sarà in realtà una performance multimediale in quanto la band di Brunico ha coinvolto gli artisti Giancarlo Lamonaca (visual), Gustav Willeit (video, fotografia) e Marco Masante (fotografia) per aiutarli ad elaborare in audio e video i processi mentali che occorrono in solitudine.
Io sono molto curioso di vederli all’opera. Per maggiori info www.senseofakasha.com .

Effetto boomerang

I giorni immediatamente successivi al blackout non ricordo di aver ricevuto mail di scuse da parte di Aruba. Solo diversi giorni dopo il disservizio ricevetti una mail :

Gentile cliente,
rinnovando le nostre scuse per quanto avvenuto in data 29 Aprile, cogliamo l’occasione per annunciare l’iniziativa  che Aruba ha deciso di dedicare a tutti i clienti per ringraziarli della loro scelta e fiducia. (…)
Tuttavia le anticipiamo che:
– a tutti i clienti che utilizzano i nostri servizi hosting e  domini che includono la posta elettronica attiveremo gratuitamente la Business Mail; coloro che già utilizzano questo servizio riceveranno invece una Gigamail.
(…)

Non ci avevo più pensato fino ad oggi: al rinnovo del mio dominio mi sono trovato con l’opzione business mail spuntata. Costo 5 Euro/anno. L’ho rimossa ed ho appreso che qualora io avessi a suo tempo deciso di sfruttare le potenzialità della Business Mail, avrei perso i dati. Ma come? non doveva essere un regalo?

Fortuna che non avevo ancora sfruttato le nuove funzionalità di posta. Anzi grazie a quest’ultima sorpresa ho deciso di disattivare diversi servizi aggiuntivi di aruba. Effetto boomerang!

Conferenza sui rischi di internet

4feb
Nel 2005 ebbi la fortuna di assistere ad un dibattito sul tema del diritto d’autore e la proprietà intellettuale in internet. Tra i relatori: Sergio Messina, musicista ed opinionista, e Marco Marandola, esperto di diritto d’autore e di licenze elettroniche, venuto a mancare giovanissimo (40) appena tre mesi più tardi . Doveva partecipare anche un rappresentante della SIAE, che però non si è fatto vedere.
Il dibattito mi piacque molto… dirò di più: fu quell’incontro ad indurmi a realizzare un blog ed un podcast tematici su kiasma.it, contribuendo a farmi approfondire la materia del diritto d’autore in internet – soprattutto con il ciclo di trasmissioni Fattore K(iasma), oltre a proporre (e propormi per) la realizzazione del podcast Alto Adige Cultura.
Non di diritto d’autore, ma di rischi in internet si parlerà venerdì prossimo al Centro Culturale Don Bosco di Bolzano. Il pretesto è la presentazione del libro Le reti nella Rete e vede presenti l’autore Michele Facci del volume, il sovrintendente regionale della Polizia di Stato Mauro Berti, responsabile tra le altre cose dell’ufficio indagini pedofilia e Aldo Gabbi, apprezzato dirigente scolastico trentino, componente del Comitato di valutazione per la qualità del sistema scolastico della scuola in lingua italiana dell’Alto Adige. Destinatari: soprattutto genitori, educatori, ma anche i ragazzi

WordPress vs. Aruba

Mamma mia, che spavento! Ho avuto la malaugurata idea di cliccare (lo so, non si fa – in teoria vige la norma del: se funziona lascia tutto così com’è) il tasto che mi proponeva l’upgrade di wordpress alla versione 3.0.4 per il mio blog fotografico del Passo di Lavazè. Risultato: internal server error – contattare il proprio webmaster, che poi sono sempre io. Meno male che c’è internet. Sfogliando i vari forum ho scoperto che

  • a dare errore è la combinazione WordPress + Aruba (il mio provider).
  • che  l’accesso al dashboard è garantito (ma non era il mio caso),
    ma soprattutto che
  • per risolvere il problema bisogna assegnare il valore 755 a tutte le cartelle e sottocartelle del blog.

Mi sono fidato (perso per perso) ed è andata bene 🙂

P.S. Dovrei aggiornare anche la versione di questo mio blog (fermo alla versione 2.6.5, ma ammetto di non essere poi tanto convinto)

Strumenti per l’educazione del pubblico d’arte

Replico qui un articolo da me postato quest’oggi sul blog cultura di scripta manent, un progetto che nasce con l’intenzione di stimolare il dibattito intorno alle politiche culturali, prevalentemente della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige.

La quarta delle cinque giornate del jazz (02/02/2006),
dedicata alla musica di Chet Baker. Durata: 2:21

Propongo qui un breve intervento in risposta alla discussione iniziata in un precedente post (questo). Concordo, compito dell’ente pubblico deve essere quello di fornire al cittadino le chiavi di lettura per meglio comprendere l’arte. Si tratta di una metodologia di presentare arte e cultura che la ripartizione cultura italiana (dove lavoro) ha fatto su più fronti. I ragionamenti, le strategie e alcuni  passi operativi  pregressi sono elencati qui (file pdf).
Per favorire l’accettazione della proposta sono stati invitati in qualità di esperti dei personaggi molto noti anche al grande pubblico: questi metodi sono stati utilizzati per presentare l’arte visiva ed il teatro, ma soprattutto  la musica: l’opera lirica (Mito Opera – con Alberto Jona), la musica classica e quella elettronica (On & On con Luca De Gennaro, Madaski, Boosta, Fabio De Luca, Claudio Coccoluto, Sergio Messina), fino al jazz per un progetto che ha visto protagonista assoluto Paolo Fresu, come co-curatore e come musicista in occasione delle Cinque Giornate del Jazz). Di questo progetto esistono alcune registrazioni video integrali fantastiche (immagini prese dal videoserver della ripartizione Cultura italiana). E qui si potrebbe aprire un altro dibattito sul plusvalore dato dall’uso intelligente delle nuove tecnologie per la divulgazione della cultura (penso al fenomeno youtube, ma anche agli archivi pubblicati in internet dalle televisioni pubbliche: p.es. da BBC, WDR – ricordate i concerti Rockpalast?)

The power of the internet


Tempo fa leggevo un commento circa il ruolo del dj nella radio odierna. Una volta il dj era solito avere la propria rete di negozi in giro per il paese/mondo: ascoltava, selezionava e si procurava il materiale per le sue trasmissioni ( o i suoi dj set). Oggigiorno i negozietti non ci sono quasi più; in compenso c’è internet con i suoi vari social network – facebook in testa. Il dj – cosi recitava l’articolo – deve solo captare i vari input lasciati da altri amici e farsi la scaletta in base alle indicazioni.
Avessi ancora una trasmissione (o il tempo per una trasmissione) in cima alla mia playlist della settimana, ci andrebbe l’ultimo album di Eskmo – segnalato su facebook da Wang Inc. aka Bartolomeo Sailer, che qui ringrazio. L’intero album è ascoltabile in streaming dal sito, che è anche l’espressione di cosa voglia dire fare marketing musicale nel 2010. E’ l’artista stesso ad individuare nuovi modi di vendere il suo prodotto. Altro che le vecchie filiere della distribuzione musicale. Al momento sto ascoltando dal pc con le cuffie (un sound pazzesco – raro ascoltare una tale qualità audio in streaming), e dubito che acquisterò l’album, anche considerato che ascolto musica quasi solo davanti al pc. Ma se Eskmo passasse da queste parti per un concerto, altroché se vado a vederlo!
Questo il link da cui ascoltare l’album. Rifatevi le orecchie!!!

…alla fine mi son fatto la PEC

Facendo ordine nelle mie cartelle di posta – più per caso che altro – ho trovato le credenziali per accedere al mio account di posta elettronica certificata. Ora anch’io ho la PEC, il tanto criticato strumento voluto dal ministro Brunetta per farci risparmiare i soldi delle raccomandate cartacee, quello destinato a 50 milioni di italiani ed attivato da poco più di 130.000 (dati aggiornati al d inizio agosto, informazione presa da qui). Per attivarlo, mi sono dovuto recare in un ufficio postale. Ero già preparato al peggio, non sarebbe la prima volta che ho trovato addetti non informati sul funzionamento di determinate procedure, ma alla fine, grazie all’ausilio di una vecchia fotocopiatrice (!!!) l’account mi è stato attivato.

Settembre 2010

Settembre 2010. Con la riapertura delle scuole, riprende anche la vita normale, con i suoi ritmi serrati. Per quanto riguarda il presente sito, ci sarà una maggiore attività soprattutto del blog e del podcast, oltre ad un aggiornamento delle sezioni di archivio.
Sul fronte podcast sto pensando ad una seconda edizione di Fattore K, trasmissione di musica, cultura ed internet utilizzando esclusivamente musiche libere. L’ultima trasmissione, la n. 22, risale all’aprile del 2006 ed era condotta live negli studi di Radio Tandem (il bello della diretta) in compagnia di esperti nel loro settore: Denis Isaia, esperto di arte, soprattutto contemporanea e Bruno De Rivo – per gli amici semplicemente Rivo – appassionato di musica che in quella stagione radiofonica contribuì anche come esperto di tutela del diritto d’autore nel settore del design (questa la trasmissione – musiche di Wang. Inc).

Quest’anno dovrò rinunciare alla diretta per questione dei succitati ritmi serrati: non lo faccio volentieri, in quanto toglie ritmo alla trasmissione (inevitabilmente verrà a cadere anche la cadenza settimanale delle trasmissioni). D’altro canto c’è internet, che facilita lo scambio di idee e contenuti. Fate conto che ho una lista di artisti che ho contattato con la promessa di dar loro spazio all’interno del sito, senza dare seguito alla cosa (sic).
Il podcast, unito alle nuove tecnologie di massa e gli insegnamenti del maestro Tiziano Popoli, amico prima che insegnante di informatica musicale presso l’Istituto Musicale Vivaldi di Bolzano, potrebbe quindi riprendere. Questo post vale anche (!) come appello: se qualcuno vuole collaborare, anche solo per singole trasmissioni, lo prego di farsi avanti, anche solo commentando questo blog (la pubblicazione è soggetta a moderazione, per cui i commenti li vedo solo io).

La radio che amo racconta storie

L’altra sera ho deciso di addentrarmi – dopo parecchio tempo che non lo facevo – nel sito di Gomma Guarneri, per controllare lo stato del suo podcast: le ultime puntate che avevo ascoltato riguardavano quasi sempre nuovi gruppi hardcore… ma questa volta il podcast (n.39!!) è incentrato su una radio pirata ligure: Intervista ai Radio Pirati di  92.10 FM. Dopo tanto tempo mi sono trovato ad ascoltare una trasmissione in podcast in grado di ravvivare la mia passione per la radio. Non aggiungo altro, se non il link al post (che poi contiene il collegamento al file audio). Bella storia!

Siae (sempre lei)

Benché io conosca molte persone che percepiscono regolarmente diritti d’autore, sono sempre stato diffidente nei confronti della Siae. La diffidenza si è acuita da quando ho scoperto altre forme di licenze che consentono l’utilizzo gratuito di opere in determinati contesti (penso p.es. alle licenze creative commons: alcuni diritti riservati contrapposti a tutti i diritti riservati del ©).

Ciò premesso, ci sono ambiti della produzione culturale – penso al fare radio, all’organizzazione di spettacoli dal vivo, ecc. – in cui non si può prescindere dal trovare un accordo con la SIAE, accordo che molto spesso viene visto come un male necessario per poter svolgere il proprio lavoro. Il fatto che la percezione sia questa è aumentato dalla poca trasparenza dei meccanismi di distribuzione del denaro raccolto, gran parte del quale viene assorbito da costi strutturali e amministrativi della stessa SIAE (ne parlavo qui in occasione del decreto Bondi sull’equo compenso: tassazione dei supporti cd-r, dvd-r, masterizzatori, memorie, telefonini ecc…).
Poi ci si è pure messa la SCF, il consorzio dei fonografici, che ha cominciato a fare cassa tramite lettere/fatture a diversi commercianti (ne parlavo qui), rei di avere ascoltato la radio all’interno del loro negozio – pur avendo da sempre pagato i diritti SIAE.
Il 28 luglio Repubblica.it riferisce del raggiungimentro dell’accordo tra Youtube e la Siae che consente di mantenere online i brani musicali tutelati se usati come colonna sonora di un video.  Non sono noti i dettagli dell’accordo, salvo la dichiarazione da parte della Siae che i costi non saranno a carico dell’utente finale di Youtube. Stupisce invece l’affermazione attribuita a Christophe Muller, responsabile delle partnership di YouTube per l’Europa: “l’accordo con la Siae aiuta gli artisti rappresentati a guadagnare e ai nuovi talenti musicali di emergere”. Non mi risulta che la Siae abbia mai avuto un ruolo nella divulgazione della musica. A me pare che Youtube abbia fatto come molti commercianti e operatori per gli esempi sopracitati: pago e mi tolgo il pensiero. La frase di Muller intanto è stata ripresa e commentata da diversi blogger: “un po’ come la mafia e il pizzo aiutano le attività commerciali emergenti in Sicilia… Mi sembra lo stesso ragionamento.”