Manifesta7 – bisogna prendersi tutto il tempo…

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E’ passata più di una settimana dall’inaugurazione di Manifesta7. In questi giorni hanno fatto discutere le varie recensioni, l’intervista sul quotidiano Alto Adige di Vittorio Sgarbi, che elogiava gli innesti architettonici nel forte di Fortezza, ma ne stroncava i contenuti artistici, ecc.
Anch’io ho avuto modo di girare le quattro sedi espositive di Manifesta nei giorni riservati agli operatori ed il giorno dell’inaugurazione: giorni frenetici, da toccata e fuga, in cui l’obiettivo di molti era quello di assorbire più input possibili. Molte recensioni che ho letto sulla stampa nazionale ed internazionale devono essere figlie di quella tre giorni: ho letto molti elogi per location e contenuti di Rovereto (Manifattura Tabacchi ed Ex-Peterlini) e Bolzano (Ex-Alumix). Commenti perlopiù impietosi per Trento (Palazzo ex Posta centrale) e per Fortezza (Forte asburgico). Ritengo che il motivo della pseudo bocciatura sia il poco tempo a disposizione dei recensori: a Trento, dove i curatori Anselm Franke e Hila Peleg hanno ragionato sul trapasso delle anime, vengono proposti molti video – di cui alcuni molto profondi – ed è difficile farsi una idea del percorso senza prendersi il tempo necessario. Lo stesso vale per Fortezza, dove i tre team curatoriali insieme (Adam Budak, Anselm Franke e Hila Peleg ed il Raqs Media Collective) hanno deciso di far respirare la struttura, non inserendo quasi nulla di visivo, ma predisponendo dei punti di ascolto. A chi non è avezzo di arte contemporanea consiglio la Fortezza in quanto è un posto per la poesia e per la narrativa. E’ un posto in cui bisogna prendersi tempo per sé stessi, un posto in cui recarsi con la dovuta calma, in cui fermarsi a pranzare (la vecchia mensa ufficiali ospita l’unico ristorante interno delle quattro location di Manifesta7) se necessario, per poi continuare a godere degli spazi, finalmente aperti a tutti. Mi è molto piaciuta la recensione/analisi di Hans Drumbl (Libera Università di Bolzano) su Fortezza apparsa sul Corriere dell’Alto Adige nella quale mette in evidenza che nessun testo è figlio di un altro testo scritto in un’altra lingua.
Mi piace molto l’immagine scelta per questo post: la ho scattata durante la presentazione ufficiale della location. L’ho inserita anche nella mia galleria immagini di Flickr (ma solo in bassa risoluzione – non so chi siano i signori e vorrei mettermi al riparo da eventuali proteste) in quanto rende molto bene l’idea di come dover fruire dell’esposizione. Un interessante contributo all’esposizione di Fortezza la offre Marco Bassetti nel suo blog (clicca qui). Se poi decidete ad andarci, vi consiglio di visitare la sala approntata per il settore educazione e formazione, uno dei punti forti di questa biennale di arte contemporanea.