Continuano i racconti dalla città

Il bello dell’avere una rubrica è quello di riuscire a dare continuità ad una linea. Mi piace (far) raccontare le proprie storie ai miei ospiti. Il limite sono sempre i tre minuti della rubrica “Bolzano, racconti dalla città” su Radio Dolomiti (cliccando il link, si accede alla pagina con gli mp3), anche se capita che ogni tanto mi riesca di far pubblicare le storie particolarmente interessanti anche sul freepress QuiBolzano, come nel caso di Benno Simma.

Interviste come quella a Benno fanno emergere il piacere che provo nel raccontare, anche se prediligo decisamente la radio. Benno era stato ospite mio e di Alois Pirone a La Musica Dentro, nel novembre del 2015, di cui è ancora disponibile la trasmissione (c’era anche la splendida Monika Callegaro).

Un nuovo inizio: “Bolzano, racconti dalla città” – su Radio Dolomiti

La vita ogni tanto ti impone delle pause di riflessione, momenti in cui ti fermi, cerchi di tirare le somme e provi ad ascoltarti per capire cosa vuoi fare…
A marzo 2020, quando il mondo si è fermato, come tanti colleghi ho anch’io smesso di fare radio in diretta. Ho trasmesso da casa e bene o male ho portato a termine la stagione de La Musica Dentro, la trasmissione in cui dal 2015 mi piaceva far parlare i miei ospiti della musica che li muove(va), quella dentro, da fruitori, prima ancora che da musicisti.
A ottobre 2020, alla ripresa dalla stagione radiofonica non me la ero sentita di riprendere con le dirette, decidendo di prendermi un anno di pausa.
E’ stato un anno in cui ha cominciato a farsi strada in me l’idea di una nuova trasmissione. L’assenza della radio dal vivo causa pandemia, mi aveva fatto considerare l’idea di riprendere a fare podcast (tipo questo). Avevo una idea di massima, che era quella di raccontare la mia città, ispirato dalle interessantissime interviste che avevo cominciato a fare per raccontare le storie del centro storico su Qui Bolzano, ma mancava una idea concreta, un format.
Poi, un anno fa, una forte delusione mi ha portato a prendere le distanze dall’attuale gruppo di gestione di Radio Tandem. Una scelta dolorosa, considerato che la Radio, si, con la R maiuscola, dal 1986 è (era) parte della mia vita.

È passato quasi un altro anno. Un anno che ha portato la mia pausa di riflessione radiofonica a due – e la mia voce interiore a ricordarmi che ho bisogno di tornare a fare radio!

Poi succede che a forza di desiderare un’opportunità, questa arrivi. Arriva da una radio storica di Trento, che ringrazio, Radio Dolomiti, attiva dal 1975, una radio commerciale, che per me rappresenta una novità, a partire dal ritmo di trasmissione, molto più incalzante.

Dalla mia prova di trasmissione, la cosiddetta zero, sono passate diverse settimane, un tempo necessario ad affinare la tecnica e mettere a punto il contenitore. Che sarà piccolo: una rubrica di 3, massimo 4 minuti in cui concentrare una storia, cercando di dare voce alle persone, con le quali le interviste peraltro potrebbero durare ore. Una delle sfide più grandi sarà ricreare l’effetto radio dal vivo, che è una cosa sulla quale dovrò ancora lavorare. Intanto devo prendere le misure del nuovo formato, una cosa che succederà per gradi, un passo alla volta…


La tomba a Bolzano del grande scacchista

Tra i nomi che danno lustro alla città di Bolzano, da qualche anno c’è anche quello di Daniel Harrwitz. Nato nella prussiana Breslau, l’odierna Wroclaw in Polonia, Harrwitz è stato uno dei più famosi scacchisti dell’ottocento.

Tra il 1848 e il 1862, Harrwitz è al culmine della sua carriera e fa degli scacchi la sua via di sostentamento, chiedendo somme in denaro per giocare: sfidarlo, infatti, era motivo di orgoglio e stuzzicava la voglia degli appassionati. In molte sfide concedeva dei vantaggi agli avversari o giocava alla cieca, ovvero senza vedere la scacchiera e i pezzi, e tutto questo simultaneamente contro più giocatori. In questo periodo vive tra Berlino, Londra e Parigi, dal 1853 al 1854 pubblica un giornale sugli scacchi, la “British Chess Review” e nel 1862 scrive un libro dal titolo “Lehrbuch des Schachspiels”.

E’ il 2009 quando lo storico degli scacchi Luca D’Ambrosio scopre nel cimitero ebraico di Bolzano la tomba del maestro Daniel Harrwitz, morto a Bolzano nel 1884. Scoprendo la tomba, il suo ultimo domicilio in città (”Zollstange 173”, individuabile nell’ex Gasthof Rosengarten di via De Lai 2) e altre importanti tracce, D’Ambrosio ha ridefinito la biografia del grande scacchista, suscitando grande interesse a riguardo in tutto il mondo scacchistico.

Ma come si incappa in una storia così?

D’Ambrosio: “Gioco nel circolo Arciscacchi ormai da quasi 40 anni, ma da circa 15 ho cominciato ad appassionarmi agli aspetti storici della disciplina. Per più di otto anni mi sono concentrato a ricostruire la storia dei tornei internazionali di Merano svoltisi negli anni ’20 del secolo scorso, sfociata nel libro “Die internationalen Schachturniere zu Meran 1924 und 1926” (500 pagine, Edizioni Arci Scacchi Bolzano, 2014)

Nel corso di quegli anni un amico del circolo mi chiese se sapessi che a Bolzano era nato un importante scacchista, tale Daniel Harrwitz. Proprio non mi risultava, ma, incuriosito sono andato a cercare questo dato ed ho scoperto che su un libro c’era una informazione errata, mentre su altri compariva l’informazione giusta: Harrwitz non è nato, ma è morto (!) a Bolzano nel 1884. Per anni accantonai il pensiero, ma successivamente, influenzato dal filone di studi fatti sugli scacchisti del XIX secolo, mi sono messo a ricercare.”

“Mi ci sono voluti mesi per trovare una traccia: Harrwitz era morto di una malattia polmonare e questo mi aveva un po’ depistato, perché lo cercavo a Gries in luoghi di cura per malati di tubercolosi. Ma non ho trovato nulla. Grazie a Pater Placidus, l’archivista dell’Abbazia di Muri Gries sono approdato all’archivio parrocchiale di Maria Himmelfahrt a Bolzano, praticamente l’archivio del Duomo, dove nel libro dei morti ho trovato un riferimento che è stato molto sorprendente, in quanto la data di morte non combacia con quella che compare in tutti i libri, ma è di una settimana prima. Ma soprattutto l’anno di nascita differisce di due anni… a questo punto non restava che cercare la tomba. Finalmente nel 2009 ho trovato la colonna che reca inciso il nome di Daniel Harrwitz e soprattutto le date di nascita e morte, completamente diverse da quelle indicate nei libri, ma ora assolutamente certe. Quella di morte ha trovato ulteriore conferma da un giornale dell’epoca di Bolzano e invece la data di nascita è coincidente con quella indicata nel libro dei morti della parrocchia.”

Ma che tipo era Daniel Harrwitz?

“I maligni dicono che avesse un carattere ruvido e decisamente poco signorile nella sconfitta, ma bisogna ricordarsi che lui giocava per il pane ed è ovvio che vedesse nella scacchiera più di un semplice gioco, essendo uno dei pochi professionisti del suo tempo. Pensi che questo tratto caratteriale è stato sfruttato nel 2012 dallo scrittore goriziano Paolo Maurensig, famoso per il bestseller “La variante di Lüneburg”, che nel 2012 si è fatto ispirare dalla scoperta di D’Ambrosio per il suo romanzo breve “L’ultima traversa” in cui Harrwitz è uno dei protagonisti.

(Till Antonio Mola)

Articolo pubblicato sul numero 01/2021 di QuiBolzano

Uno stand al Museo, per conoscere meglio il lupo

Il Museo di Scienze Naturali di via Bottai ha da poco aggiunto una stazione informativa sul lupo in Alto Adige alla preesistente sezione dedicata all’orso. Orso e lupo, due specie di animali selvatici che spesso vengono etichettati come problematici, spesso anche pericolosi. “In realtà – ci spiega Giulia Rasola, che insieme a Johanna Platzgummer ha curato i contenuti della postazione – si tratta spesso di una questione di percezione. Culturalmente siamo abituati a convivere con determinati rischi della montagna, siamo portati ad accettare il rischio di un incidente in montagna, o il fatto di poter essere morsi da una vipera. Conosciamo la situazione e ci attrezziamo al meglio per affrontarla.

Nei paesi in cui queste specie sono sempre rimaste presenti, penso per esempio alla Slovenia, la popolazione è abituata a conviverci (non ne ha timore) e ha mantenuto pratiche di difesa delle greggi altamente efficaci.

Dobbiamo comunque stare attenti a non confondere la situazione delle due specie. Mentre alla base della presenza dell’orso sin dagli anni 1999-2000 sono stati avviati dei programmi di ripopolamento della specie nei nostri boschi, con trasferimenti di orsi dalla Slovenia al Trentino, la presenza del lupo nei nostri boschi è naturale. Il lupo, che non è necessariamente un animale da montagna, non si è mai estinto ed in Italia si è ritirato nelle zone appenniniche del centro Italia approfittando anche del fenomeno dello spopolamento della montagna, soprattutto in Abruzzo. Poi, negli ultimi decenni, il lupo è risalito per l’Appennino fino in Liguria per poi cominciare a ripopolare le Alpi da Ovest in direzione Est.”

La stazione informativa ospita una riproduzione 1:1 della lupa denominata WBZ-F1, che vive in Val di Non e di cui gli studiosi riescono ad apprendere moltissime nozioni sul suo comportamento grazie al radiocollare di cui è provvista. La stazione è dotata di una postazione con “touch screen” che permette tramite dei giochi intuitivi di approfondire le conoscenze sul lupo tramite una serie di giochi educativi: riconoscere la differenza tra lupo e cane, conoscere i lupi ed il loro ambiente, la loro diffusone o il loro rapporto con l’uomo. 

“Uno degli aspetti che approfondiamo – continua Giulia Rasola – è legato alla caccia e al gruppo famigliare del lupo. Un lupo solitario, come ad esempio un giovane in fase di dispersione, caccia prede più piccole come lepri o caprioli. La caccia di gruppo scatta solo nel caso di prede più grandi, come per esempio il cervo. Ma in ogni caso il lupo svolge un importante ruolo ecologico perché caccia soprattutto animali malati e debilitati.

Anche quando il lupo si muove in branco, è bene specificare che nelle Alpi questo è perlopiù formato da un gruppo famigliare formato dai due adulti e dai piccoli, talvolta anche dai fratelli nati l’anno prima

Spesso i lupi fanno notizia per quando attaccano e uccidono pecore. In realtà le statistiche evidenziano che, per esempio, nel 2019 le pecore hanno costituito solo lo 0,24 per cento della dieta dei lupi che popolano i boschi dell’Alto Adige. Il resto delle predazioni ha riguardato ungulati selvatici, prevalentemente caprioli o cervi. 
L’invito è quindi quello di visitare il secondo piano del museo dove le sezioni informative di orso e lupo sono inserite in uno spazio denominato “Ritorno sulle Alpi”, nel quale in futuro troveranno spazio anche altre specie autoctone di animali.

(Till Antonio Mola)

Articolo pubblicato sul numero 21/2020 di QuiBolzano.

Rocker con testa /la testa dei rocker /la musica dentro degli Slowtorch


Mela Meloni e Bruno Bsassi degli Slowtorch ospiti a La Musica Dentro, condotta da Till e Marco su Radio Tandem!

Il bello de La Musica Dentro

Quel che mi piace de La Musica Dentro sono gli ospiti appassionati. Voi non lo sapete, ma il 27 novembre torna a trovarci (me, Marco e Woody) Matteo Moretti. Lui è consociuto per i suoi corsi univeristari di visual journalism, ma averlo in radio con le sue passioni musicali, beh… merita!
Dua anni fa ci aveva parlato della sua passione per le colonne sonore dei film poliziotteschi (eh, imparo anch’io, cosa credete 😉 )

Il 27 novembre tornerà e sta già pensando alla scaletta. Attualmente sta ragionando su di una sequenza di musica africana elettronica. Visto che l’appetito vien mangiando, gli piacerebbe approfondire anche l’aspetto della musica delle seconde generazioni. E mi segnala questa bomba di Nubya Garcia

Gli ho poroposto di venire a trovarci due volte!!!

Lucca Comics – che delusione!

A due giorni dalla fine di Lucca Comics, fatico a trovare recensioni complessive sulla manifestazione.
Da neofita ho capito che per goderti Lucca Comics devi essere un appassionato vero: andarci da curioso sperando di trovare qualcosa che tocchi le tue corde, è tempo sprecato – e non solo quello.
Mi rendo conto che la mia possa essere una voce fuori dal coro. Il fatto è che tutta la manifestazione sia molto, anzi troppo autoreferenziale. Dovendo descrivere la situazione in maniera politically correct: gli organizzatori hanno (ampi) margini di miglioramento – a partire dalla segnaletica, dalle mappe (sarebbe utile distribuirne anche dentro le mura) fino al programma, soprattutto alla sua divulgazione. Sarebbe stata utile una app, ma forse sono solo abituato troppo bene…

Che il 3 novembre, un sabato, oltre che un giorno in cui la pioggia ha concesso una tregua, potesse esserci la ressa, ci stava. Leggo che sono stati strappati 60.000 biglietti… sono tanti. Dal punto di vista pratico, un numero così alto di entrate si traduce in interminabili code ai tendoni che, ad eccezione del padiglione Games, sono code a stand commerciali, che vendono prodotti. Tanto vale andare al centro commerciale! Francamente faccio fatica a capire come anche un nerd ci si possa appassionare…  Poi è chiaro, c’è l’atmosfera, ci sono gli appassionati di cosplay che comunque sono in netta minoranza rispetto al visitatore curioso.

Sono rimasto deluso anche da quel che succedeva sul megapalco, in quanto tutto  sembrava fatto per pochi, per quelli del giro. Se non fai parte di quel mondo, ci capisci poco. Ritengo che questa sia una grande mancanza: chi è sul palco di una manifestazione di riferimento a livello planetario deve (!!!)  aiutare a dare delle chiavi di lettura allo spettatore neofita. In tutto questo, forse, sono stato solo sfortunato.

Se c’era qualcosa di interessante, beh, non me ne sono accorto. Delusione totale con tutti gli annessi e connessi.

Mola’s tech blog

E’ notte fonda. Nelle ultime 24 ore ho investito del tempo per ragionare e mettere a punto un nuovo blog wordpress: Till’s tech blog.
Vorrei infatti inoltrare sul blog il meglio di quanto mi arriva sullo smartphone sotto forma di newsletter o notifiche, e la app di wordpress mi dava l’illusione di poter gestire tutto comodamente da dispositivo mobile. Salvo poi scoprire (ci potevo arrivare anche da solo, lo ammetto) che i post avrebbero potuto ospitare pubblicità e solo pagando potevo farla sparire…
Alla fine sono giunto alla conclusione che mi conviene puntare su questo blog, al quale ho aggiunto la categoria Mola’s tech blog – nella speranza/consapevolezza di ricevere supporto dalla famiglia Mola (in senso ampio – siamo in tanti).

Le motivazioni per il blog (o meglio, per questa sezione) sono semplici: da anni sono appassionato di tecnologia user friendly a portata di portafoglio. E spesso sono proprio amici e conoscenti a suggerirmi la creazione di un blog tematico, su cui condividere riflessioni ed esperienze. Per questo motivo ho deciso, con il 2018, di lanciarmi in questa nuova avventura. Non mancheranno le condivisioni di promozioni in atto, riprese da siti e newsletter.

E rovistando tra le bozze, scopro che la categoria avrei potuto crearla già nel 2014, anno in cui ho cominciato ad appassionarmi di modding, campo in cui sono rimasto un principiante, in quanto legato alle necessità personali impellenti.

Titolo: Forma mentis per Android (scuola di modding) (2014)

Meglio arrivarci tardi, che non arrivarci affatto.
Lo ammetto: fino ad una settimana fa non sapevo cosa fosse il modding: ovvero la personalizzazione del sistema operativo dei dispositivi android. Sono in possesso di un vecchio Samsung Galaxy Ace ed ero lì lì per mandarlo in pensione, prevedendone un semplice uso multimediale. Invece sono riuscito a recuperarlo, non ultimo grazie alla Rete, dove si trova di tutto, istruzioni passo passo comprese (ma sono compresi anche i momenti di sconforto – nessuno nasce campione 😉   ).

(…)

La Musica DeDentro (2)

Mercoledì 6 dicembre sarà il primo mercoledì del mese. Per gli ascoltatori de La Muisca Dentro questo significa che è tempo di Debaser! G e Turkish si confronteranno con la squadra de LMD sulla playlist degli ascolti più apprezzati dell’ultimo mese. Vi aiuto, questa! Nessuno è in grado dio determinare a priori come andrà a finire. Sintonizzatevi: a Bolzano sui 98.400 in FM oppure su internet collegandovi al sito www.radiotandem.it.