Lab:bz, mediazione urbana, dal basso

Torniamo a scrivere di lab:bz, laboratorio urbano e una piattaforma di dialogo e di idee. Lab:bz è un gruppo indipendente di cittadini di diverse professioni, pianificatori e liberi professionisti, che si adopera per uno sviluppo urbano sostenibile. Uno dei punti cardine dei suoi ragionamenti è che la pianificazione urbana debba concentrarsi maggiormente sugli spazi pubblici, luoghi d’incontro e di relazione. Lab:bz si adopera per una forte riduzione del traffico motorizzato privato, del rafforzamento del trasporto pubblico di vicinato ampliamento delle zone pedonali in tutti i quartieri riqualificazione del verde alberato esistente e delle aree verdi.

Un esempio pratico di come opera, è dato dal suo ruolo di mediazione tra gli abitanti del quartiere Bozen-Dorf (In Villa) ed il Comune di Bolzano.

Abbiamo contattato Margot Wittig di lab:bz, ed appreso che uno dei principali problemi, soprattutto degli abitanti di via Beato Arrigo e di Via Weggenstein, sia dato dal traffico pendolare, da chi, proveniente in auto da Sarentino e San Genesio adopera Ponte S. Antonio per raggiungere il centro.
Uno degli obiettivi emersi dagli incontri con i cittadini erano la diminuzione del limite di velocità, la conversione di alcune parti della via in strada residenziale e l’installazione di almeno una speedbox.

Altri problemi emersi riguardano i ciclisti indisciplinati (in via Castel Roncolo), il trasporto pubblico (posizioni e arredo delle fermate del bus) e le passeggiate del Talvera (Wassermauerpromenade).

Con queste richieste i rappresentanti di lab:bz il 6 marzo, quindi poco prima del lockdown, hanno incontrato in municipio Luis Walcher. Un incontro franco in cui il vicesindaco, pur non potendo promettere una attuazione immediadiata dei suggerimenti avanzati, aveva annunciato di voler affrontare nel breve termine i punti più importanti e più facilmente realizzabili.

E’ stata ad esempio indicata una priorità sul fronte traffico: nella zona di fronte all’Ex Oberalp-Eccel è in fase di progettazione un nuovo marciapiede, i pali della luce saranno spostati sul lato della strada, in modo da creare un marciapiede protetto. Si deciderà se almeno una speedbox può essere posizionata nella curva sopra il convitto S.Giorgio. C’è inoltre un’idea di dipingere dei simboli sull’asfalto per segnalare la strada residenziale.
In Via Castel Roncolo si valuterà come garantire una maggiore sicurezza per i pedoni sul marciapiede, probabilmente intervenendo sulla segnaletica orizzontalesul marciapiede/pista ciclabile.

Sul Talvera, il bar S. Antonio, di proprietá della Provincia, potrebbe essere rilevato dal Comune e l’edificio ristrutturato, compreso i servizi igienici, prima di un nuovo contratto di locazione. I residenti chiedono che venga ristrutturata la Casa del giardiniere (sopra Vicolo Sabbia) e assegnata ad una associazione, ma ci sono da affrontare diverse verifiche amministrative, per cui non c’è da aspettarsi una decisione in tempi brevi.

La notizia buona di questi incontri è che grazie all’intermediazione di lab:bz, i cittadini hanno l’opportunità che le proprie istanze possano venire presentate al meglio da parte di professionisti riconosciuti dall’amministrazione comunale.

(Till Antonio Mola)

Articolo pubblicato sul numero 20/2020 di QuiBolzano.

Cappuccini: un parco che vuole “vivere”

Mai come in questo periodo si ha la percezione di quanto Bolzano sia un cantiere. I lavori che porteranno alla realizzazione del Waltherpark, il progetto “Benko” che prevede – citiamo dal sito WaltherPark.com – “la riqualificazione e la a valorizzazione del quartiere fra la stazione ferroviaria, piazza Verdi e piazza Walther”, sono in pieno corso ed in questo momento interessano, oltre alla zona di Parco Stazione, via Alto Adige e Piazza Verdi. Ma le ripercussioni si hanno sull’intera rete viaria nonché sulle vie adiacenti a questo enorme cantiere.

Il pensiero va ad una parte di città, le vie a ridosso del Parco dei Cappuccini, che già prima del progetto “Benko”, lamentava una percezione di abbandono rispetto al centro vero, oltre le vie dove passano gli autobus di linea: “Il quartiere è parte del centro storico della città di Bolzano, ma non vi appartiene (…). E’ un quartiere di passaggio, dove non ci si ferma, tagliato dal traffico, poco valorizzato, un prolungamento atrofico del centro. E come tale è abbandonato a sé stesso, al deperimento e degrado, sino a soffrire delle stesse condizioni di una periferia.”

Il documento era apparso sul blog del comitato civico “Quasicentrum” (http://quasicentrum.blogspot.com), che aveva iniziato a programmare delle attività nel parco, delle feste di quartiere che coinvolgevano anche le attività commerciali e le istituzioni culturali vicine, con il chiaro obiettivo di dimostrare che la zona fosse meritevole di essere valorizzata, senza tuttavia ottenere subito l’effetto sperato. Con il cantiere per il Waltherpark molti problemi si sono accentuati: atti di violenza e vandalismo nella zona tra il retro del Teatro Comunale, piazza Verdi e via Marconi. In un articolo pubblicato sull’Alto Adige il 25 agosto dello scorso anno, il comitato viene così citato: “Non vogliamo perdere la speranza che il Comune si impegni nuovamente per realizzare gli interventi proposti. Basta un minimo di progettualità, di senso civico, di impegno e amore per la città”.
Siamo nel 2020 ed il Parco ha effettivamente cominciato ad ospitare frequenti spettacoli e rassegne: dal Cinema sotto alle stelle, ai concerti dell’Orchestra Haydn, al Trento Film Festival, alle iniziative della Biblioteca Claudia Augusta. Non sappiamo se le iniziative siano una conseguenza diretta degli sforzi del comitato civico. E’ tuttavia sotto gli occhi di tutti che al Parco dei Cappuccini ci sono tante iniziative culturali, che lasciano ben sperare per il futuro.

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Articolo pubblicato sul numero 19/2020 di QuiBolzano.