Strumenti per l’educazione del pubblico d’arte

Replico qui un articolo da me postato quest’oggi sul blog cultura di scripta manent, un progetto che nasce con l’intenzione di stimolare il dibattito intorno alle politiche culturali, prevalentemente della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige.

La quarta delle cinque giornate del jazz (02/02/2006),
dedicata alla musica di Chet Baker. Durata: 2:21

Propongo qui un breve intervento in risposta alla discussione iniziata in un precedente post (questo). Concordo, compito dell’ente pubblico deve essere quello di fornire al cittadino le chiavi di lettura per meglio comprendere l’arte. Si tratta di una metodologia di presentare arte e cultura che la ripartizione cultura italiana (dove lavoro) ha fatto su più fronti. I ragionamenti, le strategie e alcuni  passi operativi  pregressi sono elencati qui (file pdf).
Per favorire l’accettazione della proposta sono stati invitati in qualità di esperti dei personaggi molto noti anche al grande pubblico: questi metodi sono stati utilizzati per presentare l’arte visiva ed il teatro, ma soprattutto  la musica: l’opera lirica (Mito Opera – con Alberto Jona), la musica classica e quella elettronica (On & On con Luca De Gennaro, Madaski, Boosta, Fabio De Luca, Claudio Coccoluto, Sergio Messina), fino al jazz per un progetto che ha visto protagonista assoluto Paolo Fresu, come co-curatore e come musicista in occasione delle Cinque Giornate del Jazz). Di questo progetto esistono alcune registrazioni video integrali fantastiche (immagini prese dal videoserver della ripartizione Cultura italiana). E qui si potrebbe aprire un altro dibattito sul plusvalore dato dall’uso intelligente delle nuove tecnologie per la divulgazione della cultura (penso al fenomeno youtube, ma anche agli archivi pubblicati in internet dalle televisioni pubbliche: p.es. da BBC, WDR – ricordate i concerti Rockpalast?)

blogsfera

Oggi, portare avanti un blog è una cosa fin troppo normale. Anzi, potrebbe anche essere passata di moda, considerato il grande successo dei social media – facebook in testa. Oramai questo blog va avanti – seppur con impulsi alterni – da cinque anni. La frequenza di pubblicazione non è delle più alte, eppure ogni mese qualcosa riesco a pubblicare.
Sono giorni che mi ripropongo di parlare dei blog che seguo in questo periodo. Poi alla fine non ne parlo. Il motivo? ho deciso che questo blog debba essere un blog specialistico, e ritengo importante rimanere almeno vicino agli argomenti della vigilia: cultura, diritto d’autore nel web, software libero…La motivazione (forte!) per uscire, me la dà Repubblica online: “Una lapide a forma di balena – l’ultimo saluto ad Enzo Baldoni”. Già il titolo in linea con forse il primo blog che ho seguito con entusiasmo. Purtroppo lo avevo scoperto nei giorni del rapimento di Enzo, ma avevo ripercorso all’indietro il blog in un attimo. Se non lo avete ancora letto, vi consiglio di partire dal primo post di zonker. Sono vicino ai suoi famigliari.
Bloghdad è stato il primo blog che ho amato, quello che mi ha fatto capire la natura dei blog, e che in un certo senso mi ha dato una prima intuizuione. Con Bloghdad ho conosciuto Splinder, da lì WP e gli altri. Dopo qualche tentativo di blog free, mi sono deciso a crearne uno nel mio dominio.

Restiamo in tema di blog da seguire: da qualche settimana, grazie ad una segnalazione di Repubblica, è quello di Vespanda, un diario di viaggio di un pazzo (in senso positivo) in viaggio per il continente americano con la sua vespa. Il tutto con spirito di avventura genuino, ma non privo di rischi, anzi! D’altro canto, ed i commenti postati lo dimostrano, siamo in molti che vorremmo aver avuto il suo coraggio. Il blog purtroppo non genera feed, ma è bellissimo! avvincente! Forza Ilario!!!

made in bz

Lo scrivevo già a fine luglio (qui): grazie al blog Franzmagazine torna ad essere presente nella blogsfera altoatesina una piattaforma di discussione culturale. Non è l’unica, ma è quella che seguo con maggior continuità (viva i feed, viva il web 2.0) è che – a pochi mesi dalla sua creazione, ha un valore di tutto rispetto (vedetelo come un gioco). Non mi piace tutto, ma ritengo alcuni post eccelsi. Segnalo a questo proposito un post sulla difficoltà di affermarsi nel giro musicale al di fuori dei confini della propria provincia. Una breve analisi realizzata chiamando in causa chi (e anche qui chi più e chi meno) ce l’ha fatta, almeno ad uscire dalla definizione “band locale”. Questo il link al post (si apre in una nuova finestra).
Naturalmente il discorso sarebbe più ampio, ma il fatto di aver costruito l’articolo chiamando in causa personaggi noti della scena locale mi è piaciuta molto. Complimenti!
Restiamo in ambiti di produztione musicale. Sul finire dell’estate mi ero ripromesso di ridare vita al podcast Fattore K (approfondimento su diritto d’autore nel web, arte contemporanea e musica) e avevo anche già individuato due dei possibili collaboratori. Mi sarebbe piaciuto realizzare una trasmissione con più interventi, ma alla fine, conscio dello sforzo da sostenere per un ciclo di almeno 10 trasmissioni, ho lasciato perdere. Non così l’amico Rivo che è da poco uscito con la prima puntata della quinta stagione di Indiebar. E alla trasmissione collabora, tra gli altri, anche Zig, ovvero colui che con Rivo volevo coinvolgere in Fattore K. La trasmissione è piacevole anche se i meccanismi devono essere ancora oliati. Pur di tornare on air (la trasmissione verrà trasmessa anche da Radio Tandem (Bolzano), i conduttori hanno realizzato tutto davanti ai loro pc o mac, ed alcuni devono ancora riappropriarsi della tecnica. Insomma un buon inizio. Aspetto con ansia le prossime uscite!