Quando la cultura diventa motore di sviluppo

Oggi all’Eurac si è tenuta una conferenza sulle nuove sfide per l’Alto Adige in tema di eventi culturali. La domanda intorno a cui ruotava il tutto era “qual’è il suo potenziale come location culturale di successo”? Molti gli spunti emersi. In particolare ho apprezzato la presa di posizione dell’assessora alla cultura tedesca Kasslatter-Mur che rivendica il diritto e la necessità di vedere la cultura come un diritto fondamentale del cittadino, che ne migliora in modo significativo la percezione di benessere. La sua rivendicazione manifesta il rifiuto di vedere i fondi destinati dalla PA alla cultura in contrapposizione con gli investimenti per lo stato sociale. Insomma il tema affrontato è stato quello della economia della cultura – un tema caldo e di grande attualità, specie in tempi di ristrettezze economiche.
L’intervento più apprezzato dagli operatori è stato quello del Prof. Pierluigi Sacco, uno degli economisti più autorevoli, in grado di spiegare in modo semplice e mai sopra le righe come le politiche culturali riescano a generare un plusvalore con ricadute benefiche su tutti gli altri settori.
Ascoltare per credere! (links to flash mp3 player)

The power of the internet


Tempo fa leggevo un commento circa il ruolo del dj nella radio odierna. Una volta il dj era solito avere la propria rete di negozi in giro per il paese/mondo: ascoltava, selezionava e si procurava il materiale per le sue trasmissioni ( o i suoi dj set). Oggigiorno i negozietti non ci sono quasi più; in compenso c’è internet con i suoi vari social network – facebook in testa. Il dj – cosi recitava l’articolo – deve solo captare i vari input lasciati da altri amici e farsi la scaletta in base alle indicazioni.
Avessi ancora una trasmissione (o il tempo per una trasmissione) in cima alla mia playlist della settimana, ci andrebbe l’ultimo album di Eskmo – segnalato su facebook da Wang Inc. aka Bartolomeo Sailer, che qui ringrazio. L’intero album è ascoltabile in streaming dal sito, che è anche l’espressione di cosa voglia dire fare marketing musicale nel 2010. E’ l’artista stesso ad individuare nuovi modi di vendere il suo prodotto. Altro che le vecchie filiere della distribuzione musicale. Al momento sto ascoltando dal pc con le cuffie (un sound pazzesco – raro ascoltare una tale qualità audio in streaming), e dubito che acquisterò l’album, anche considerato che ascolto musica quasi solo davanti al pc. Ma se Eskmo passasse da queste parti per un concerto, altroché se vado a vederlo!
Questo il link da cui ascoltare l’album. Rifatevi le orecchie!!!

Lady Galás

Da settimane aspettavo il concerto di Diamanda Galás. Alla fine – come purtroppo mi succede sempre più spesso – ho dovuto lottare con il mio io stanco per trovare la forza di uscire di casa. Ne è valsa assolutamente la pena. Saranno stati 15 anni che non sentivo più cose sue. Ricordo qualcosa di Vena Cava (1993) e di Sporting Life (1994) registrato con l’ex Zeppelin John Paul Jones. Quindi mi sono recato all’ex Alumix abbastanza aperto a tutto.
Sono arrivato a concerto appena iniziato. Mi è piaciuta da subito l’atmosfera ed ho potuto presto constatare come l’ex capannone industriale fosse IL luogo ideale ad accogliere la musica di Diamanda Galás. L’effetto risonanza acustica della struttura ha esaltato la voce di Diamanda, ed i suoni bassi del suo pianoforte. La struttura ha enfatizzato quello che il service tenico dell’artista comunque ha esaltato. La differenza si è sentita quando la performer si è rivolta brevemente al pubblico e si è avvertito subito il rimbombo della voce.
E’ stato un concerto non lunghissimo, ma intenso. Alle composizioni lunghe, sono seguite composizioni più vicine alla chanson – molte eseguite nella fase dei bis.
Bello bello!

…alla fine mi son fatto la PEC

Facendo ordine nelle mie cartelle di posta – più per caso che altro – ho trovato le credenziali per accedere al mio account di posta elettronica certificata. Ora anch’io ho la PEC, il tanto criticato strumento voluto dal ministro Brunetta per farci risparmiare i soldi delle raccomandate cartacee, quello destinato a 50 milioni di italiani ed attivato da poco più di 130.000 (dati aggiornati al d inizio agosto, informazione presa da qui). Per attivarlo, mi sono dovuto recare in un ufficio postale. Ero già preparato al peggio, non sarebbe la prima volta che ho trovato addetti non informati sul funzionamento di determinate procedure, ma alla fine, grazie all’ausilio di una vecchia fotocopiatrice (!!!) l’account mi è stato attivato.